La povertà nascosta delle scuole

Anche prima dell’emergenza dovuta al coronavirus i problemi della scuola italiana erano ampiamenti noti anche fuori dalle mura degli istituti di vario grado e comparivano continuamente sulla stampa, anche se non sempre con il necessario approfondimento.

Edifici non a norma e senza certificazioni e senza requisiti antisismici, carenze di risorse per il normale funzionamento, classi troppo numerose, eccessivo costo dei libri di testo e spese supplementari per le famiglie, rapporti problematici tra insegnanti e genitori; normative assai fumose; scarso rendimento degli studenti nelle rilevazioni internazionali; atti di bullismo e vandalismo.

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Le necessità legate al ritorno a scuola dopo un problematico periodo di didattica a distanza ha dato in modo ancor più chiaro, la misura dell’impoverimento della scuola a causa di fenomeno nascosto che si è sempre più aggravando.
Fin dagli anni ’70 le scuole italiane sono state costruite, secondo la specifica normativa tecnica, con  parametri di superficie che, per ogni alunno, prevedono idonei spazi non solo per aule, ma anche per laboratori e aule speciali.
Le scuole così costruite si sono trovate ad avere comodi spazi dove praticare le attività tecniche (i cinquantenni si ricorderanno gli oggetti costruiti con le proprie mani nei laboratori di Educazione Tecnica), quelle artistiche, scientifiche, informatiche. Ogni scuola inoltre aveva spazi per spettacoli teatrali, riunioni, assemblee.

Oggi chiunque frequenti una scuola sa bene che non è così, almeno nelle aree urbane. Praticamente in ogni istituto, soprattutto nella Secondaria di primo grado e nelle area a forte immigrazione, qualsiasi piccolo spazio è stato utilizzato per costituire nuove classi, spesso senza le caratteristiche necessarie ad un’aula funzionale.
Non solo laboratori ma anche pezzi di corridoio diventano aule, anno dopo anno. Quindi quasi tutte le scuole non dispongono più di nessun spazio specialistico e le attività didattiche hanno subito un impoverimento deleterio e decisivo per la qualità stessa di tutto il sistema scolastico.

Lo stesso è avvenuto per molte scuole superiori anche a causa dell’incongruo e velleitario aumento dell’obbligo scolastico fino a 16 anni, una riforma fatta senza progettualità e senza mezzi.

La causa di tutto questo è stata una mancanza non solo di risorse ma anche di programmazione, visto che alla pianificazione urbanistica che prevede nuovi insediamenti non consegue quasi mai la costruzione di nuove scuole o l’ampliamento delle stesse. Ovunque non si costruiscono nuove scuole e alcune frazioni e quartieri delle nostre città, mostrano bene come, a far fronte a l’impetuosa edificazione  degli anni ’90 siano scuole ormai intasate e prive di spazi didattici specializzati.

Questa situazione di estrema povertà di spazi, ha reso impossibile tornare a scuola con un numero limitato di alunni per aula oppure sdoppiare le classi usando altri spazi che non esistono.

Ora che tutto questo è sotto gli occhi di tutti gli insegnanti si aspettano che si intervenga.