il Green Pass, la scuola e gli insegnanti

L’obbligo del Green Pass a scuola sembra una misura di buon senso; invece è una canagliata.
Cercherò di spiegarlo con argomenti razionali e non con invettive da “professore no vax”; questo perchè io sono vaccinato con doppia dose (precisazione ormai necessaria per poter esprimere una qualche opinione).

  1. Cominciamo con i numeri. Secondo Bianchi circa il 90% degl personale scolastico è vaccinato: secondo la struttura commissariale,  solamente l’82,27 % dei lavoratori della scuola ha ricevuto la prima dose, mentre la percentuale di chi ha ricevuto la prima dose arriva all’85,13 %.
    Da dove hanno preso questi dati? L’accesso preferenziale ai vaccini del personale scolastico si è fermato ad Aprile, in pieno caos Astrazeneca. Nei mesi successivi gli insegnanti più cauti si sono vaccinati e si stanno vaccinando per fasce di età. A tutti costoro, anche per motivi di privacy, al momento della somministrazione non è stata richiesta la professione. Dunque l’85,13 % che risulta al generale Figliuolo deve essere aumentato bel oltre il 90% vaticinato dal ministro Bianchi. Non mi stupirei se, ad oggi, la categoria degli insegnanti sia in assoluto quella con la maggior copertura vaccinale.
  2. Gli insegnati non vaccinati vengono vilipesi sui mezzi di comunicazione come “prof. novax”, senza pensare che nella piccola percentuale ancora senza copertura (che comunque nessuno ha saputo quantificare) ci sono anche coloro che hanno avuto il Covid e coloro che per motivi medici non è opportuno o consigliabile vaccinare (per esempio cardiopatici e donne in gravidanza).
  3. Dunque perchè imporre un obbligo in una situazione che vede la quasi totalità degli insegnati vaccinati a fronte di frotte di ragazzi che non sono vaccinati e che frequentano ambienti (compresi quelli sportivi) che si sognano una copertura ben oltre il 90% ?  I motivi sono diversi e ognuno si può fare un’idea. Il risultato però è sempre lo stesso: continuare a denigrare un’intera categoria, come è stato fatto per la didattica a distanza ( che secondo alcuni non facevamo), per i tamponi (quando medici, presidi, vip, giornali affermavano che gli insegnanti non volevano il test) e poi per l’inizio del precedente anno scolastico (quando siamo stati rampognati da Maria Grazia Cucinotta, da Bebbe Sala, da Renzi  e da tanti altri improbabili personaggi perchè, secondo loro, non volevamo entrare in classe).
  4. Prevedere l’obbligo solo per il personale, in una comunità come quella scolastica di diversi milioni di persone, inevitabilmente  individua gli insegnanti come agenti di trasmissione del virus (di solito è però il contrario) creando intorno a loro un alone di sfiducia e pregiudizi.
  5. Inutile fare paralleli con l’obbligo per il personale sanitario: in ospedale oltre al vaccino per medici e infermieri, vige un’altra “disciplina”: all’utente fanno un tampone prima ancora che entri e poi continuano a fargliene fino a che il virus non si materializza.
  6. Il green pass obbligatorio, per una categoria che si è sostanzialmente vaccinata completamente, è  in definitiva  una delle tappe di una campagna denigratoria (sulla stampa ma non solo) in corso da anni contro gli insegnanti, mal rappresentati e mai chiamati ad esprimere un’opinione. Una fabbrica del fango il cui fine ultimo è ridurre, peggiorare, sottomettere, ridimensionare, ghettizzare la scuola pubblica e i suoi insegnanti, fannulloni, vecchi, demotivati, egoisti, antiquati, ma unico baluardo a difendere quel che rimane del valore dell’istruzione.
  7. Infine il green pass, pur sapendo che vaccinare solo il personale (una parte minima della popolazione scolastica) non risolve certo i problemi,  serve a nascondere quel che non si è fatto:  sanificatori, impianti di ricircolo dell’aria, mascherine fp2 e diminuzione del numero di alunni per classe.